“Ci segua in Caserma, una formalità. L’Avvocato? Non é’ necessario”
Un’estate povera di tormentoni giudiziari, pane per i denti del voyeurismo cinico da ombrellone, si è riscattata
sul finale.
Due vicende, tragiche, tra loro differenti: l’omicidio di Sharon Verzeni e l’inabissamento del veliero Bayesan.
Con un filo conduttore comune: il disprezzo delle regole che ha contraddistinto le necessarie attività
investigative.
Preveniamo l’obiezione: la piena conoscenza degli atti di indagine, presupposto di valutazioni pertinenti,
stavolta non è dirimente.
Fondamentale – sconcertante – è il dato, riportato da tutti i media con particolari convincenti, che vuole gli
“indagati” per queste condotte essere ascoltati e privati dei dispositivi informatici senza una preventiva
iscrizione nel registro notizie di reato.
In sostanza senza poter godere delle garanzie proprie della persona sottoposta ad indagini, a partire
dall’assistenza di un difensore.
Il metodo è conosciuto, datato, la motivazione che lo ispira evidente: investigare senza “indagare” per
domandare, senza facolta di non rispondere.
Occorre allora chiedersi, calandosi anche nei panni e nella testa del cittadino che invoca giustizia, se preferire il
fine al mezzo sia condotta giustificabile.
Suggeriamo una risposta, presuntuosamente persuasi della sua correttezza.
Non puo esserlo: non in un Paese responsabile, liberale, rispettoso delle regole.
Il fine è nobile, la ricerca della verita, ed il mezzo sbagliato lo sporca.
Comprendiamo il senso della risposta rilasciata alla stampa dal compagno della vittima: “Avvocati? Non ne ho
bisogno”
E figlia del proverbio richiamato nel titolo, “male non fare paura non avere”.
Un po’ di paura, invece, ci pare sacrosanta.
Noi la abbiamo: la caccia al responsabile non è più importante delle regole che la governano.
Diversamente ragionando la ricerca del “colpevole a tutti i costi”, a prescindere dalla sostenibilita dell’accusa in
un giudizio, e I’errore giudiziario che puo accompagnarla è dietro la porta.
Difficile spiegarlo, doveroso provarci, sempre.