News
Al fine di ottemperare alle prescrizioni in materia di privacy, l'Unione delle Camere Penali Italiane sta inviando a tutti gli iscritti alle Camere Penali territoriali una mail con cui si richiede a ciascuno di procedere alla registrazione sul sito UCPI, aggiornando i dati già in loro possesso ed esprimendo i consensi al trattamento.
In quanto iscritti potrete così accedere ad un'area riservata da cui aggiornare in qualsiasi momento i Vs. dati e modificare i consensi precedentemente espressi.
Vi chiediamo pertanto di completare la registrazione ed adempiere a quanto previsto dalla nuova normativa di cui al D.Lgs. 196/2003 - D. Lgs 101/2018 - Regolamento UE 679/2016.
Nella sezione Protocolli sono pubblicati l'Integrazione al Prontuario per la liquidazione degli onorari ai difensori sottoscritto in data 19.09.18 e le nuove tabelle utilizzabili per Tribunale e GIP/GUP di Monza.
Circolare dell'08.06.2018 del Ministero della Giustizia: compensazione anche dei crediti vantati dai difensori d'ufficio ai sensi degli artt. 116 e 117 DPR 115/02
Circolare del 03.10.2016 del Ministero della Giustizia: modalità di compensazione dei debiti fiscali con i crediti per spese, diritti e onorari spettanti agli avvocati del patrocinio a spese dello Stato
Frodi iva: Corte Cost. sentenza n. 115/18
La Corte Costituzionale, chiamata a giudicare sulla questione di legittimità costituzionale dell'art. 2 della Legge 2 agosto 2008, n. 130 (Ratifica ed esecuzione del Trattato di Lisbona che modifica il Trattato sull'Unione europea, il Trattato che istituisce la Comunità europea ed alcuni atti connessi, con atto finale, protocolli e dichiarazioni, fatto a Lisbona il 13 dicembre 2007), in riferimento agli artt. 3, 11, 24, 25 comma 2, 27 comma 3 e 101 comma 2, Cost., con la sentenza n. 115 del 31 maggio 2018, ne ha dichiarato l’incostituzionalità.
I dubbi attenevano alla legittimità costituzionale della norma nella parte in cui, imponendo di applicare l'art. 325 TFUE, come interpretato dalla sentenza della Grande Sezione della Corte di Giustizia, 2 settembre 2015, causa C-105/14 Taricco, comportava che in alcuni casi venisse omessa l'applicazione degli artt. 160, comma 3 e 161, comma 2, c.p., nei confronti dei reati in materia di imposta sul valore aggiunto che costituiscono frode in danno degli interessi finanziari dell'Unione.
La c.d. sentenza Taricco stabiliva infatti che il giudice nazionale dovesse disapplicare, a determinate condizioni, gli artt. 160, comma 3 e 161, comma 2, c.p., omettendo di dichiarare prescritti i reati e procedendo nel giudizio finale in due casi: quando il regime giuridico della prescrizione impedisca di infliggere sanzioni effettive e dissuasive in un numero considerevole di gravi casi di frode che ledano gli interessi finanziari dell'Unione e quando il termine di prescrizione risulti più breve di quello fissato dalla legge nazionale per casi analoghi di frode in danno dello Stato membro (c.d. principio di assimilazione).
La Corte ha concluso che l’inapplicabilità della regola Taricco ha la propria fonte non solo nella Costituzione repubblicana, ma nello stesso diritto dell’Unione e che quindi non sono fondate le questioni di legittimità costituzionale sollevate nel presupposto che tale regola fosse invece applicabile.