leri pomeriggio gli inviati e le telecamere della trasmissione “Pomeriggio Cinque”, con
il fiuto dell’acuto investigatore, hanno intercettato il figlio di un’anziana uccisa nella
propria abitazione.
Arrivando prima delle Forze dell’Ordine si sono sentiti legittimati a farne le veci; della
polizia giudiziaria e del Pubblico Ministero.
Camere accese e parte l’intervista interrogatorio che produce una inaspettata e
mediaticamente “formidabile” confessione, con dettagli di vite dolorose e sventurate.
Intervista ripresa senza alcun ripensamento dai telegiornali serali e, a breve riteniamo
dalle note produzioni televisive di “inchiesta”.
Mentre i responsabili editoriali contano share e introiti pubblicitari ci chiediamo se il
fondo del barile sia questo, se si dovra’ solo grattare per scendere più in basso.
Se parte di questo Paese si ciba davvero di questa sovrapposizione di ruoli e
competenze, di questa mercificazione dell’angoscia, se osserva queste iniziative con
compiaciuta curiosita oppure con sgomento.
Troppo spesso la cronaca si affida al sensazionalismo nutrendo questa sotto cultura.
L’avvocatura penalista non desistera dal denunciarlo sempre, con linguaggi semplici
ma con argomenti diversi, per approdare dove non si riesce più ad arrivare.
Al cuore e al buon senso della Gente.
Abbassando il volume, alzando la pieta.